
BLACK HAWK DOWN . MARINA MODEL SHOW . 11.05.2025
Domenica 11 maggio 2025 alcuni Mad Elite Wargamers hanno partecipato alla prima edizione di Marina Model Show, organizzata da Arselle & Malapietra che si è tenuta il giorno 11 maggio 2025 a Marina di Pisa presso il circolo Il Fortino in via della Sirenetta dalle 10 alle 18.
Black hawk down, skirmis in 15 mm, su esagoni che confermano il terreno con movimento truppe e mezzi. Regolamento realizzato da Mauze.
Il gioco inizia con la caduta di un elicottero americano con tre superstiti in una ambientazione che richiama la Somalia 1993. Le truppe ribelli accorrono verso il luogo dell’impatto per catturare e uccidere i superstiti americani.
Dopo tre turni arriva un elicottero delle truppe speciali che ha due punti per sbarcare, il giocatore ne individua uno segretamente. Intanto lo sniper americano cerca di tenere lontani i ribelli dai superstiti, al sesto turno entrano in campo due Hummer americani con truppe regolari che danno supporto alle truppe speciali che si avvicinano all’elicottero caduto.
Alla fine due dei superstiti vengono uccisi, ma l’ultimo riesce a raggiungere ferito le truppe americane che si ritirano. È stato una partita avvincente, una corsa contro il tempo proprio come nel film omonimo.
Il tavolo, organizzato da Maurizio Z., misurava 120 cm x 180 ha visto la combinazione di una strana ambientazione, la curiosità di uno skirmish in un periodo storico insolito, le belle miniature (con gli elicotteri in volo ed abbattuti) ha attirato molti curiosi che hanno voluto provare il gioco e si sono poi fatti prender la mano giocando tutto il pomeriggio.
Lo scenario è stato così apprezzato da vincere il premio come miglior wargame della convention, con grande soddisfazione di tutti i soci del MEW.
Cenni storici
La battaglia di Mogadiscio 3 -4 ottobre 1993
Nel 1991, in Somalia, si chiudeva il lungo periodo di potere del generale Siad Barre che durava dal 1969, anno nel quale un colpo di Stato aveva condotto il paese ad una organizzazione sociale e statale stabile, anche se sotto la forma di una rigida dittatura.
Seguiva un periodo di forte instabilità e di scontri violenti tra varie fazioni armate su base tribale, controllate da signori della guerra locali, nessuna delle quali in grado di prevalere sulle altre.
Le Nazioni Unite, con la risoluzione n. 751 del 24 aprile 1992, votata dal Consiglio di sicurezza, autorizzavano l’operazione UNOSOM I (United Nations Operation in Somalia) con 4000 militari e circa 200 civili, al fine di sorvegliare una fragile tregua concordata tra le fazioni ed il 3 dicembre 1992, con la risoluzione n. 794 autorizzava l’impiego di una forza multinazionale denominata UNOSOM II, che avrebbe dovuto ripristinare la sicurezza locale e favorire l’eventuale reinsediamento di un governo legittimo; quest’ultima operazione è nota con il nome Restore Hope (“Restaurare la Speranza”)
Il mattino del 3 ottobre del 1993, l’intelligence del contingente UNITAF affermò che molti dei più importanti signor della guerra si erano riuniti in un palazzo nel cuore di Mogadiscio. Il piano consisteva nell’avvicinarsi con quattro MH-60 Black Hawk, che avrebbero calato i soldati intorno al perimetro permettendo così di far atterrare sul tetto i più leggeri MH-6 Little Bird, e fare irruzione dall’alto nell’edificio di tre piani.
Alle 14:32 dello stesso giorno, gli elicotteri decollarono dalla base americana, nell’aeroporto di Mogadiscio, insieme a un convoglio che avrebbe poi dovuto recuperare gli ostaggi e riportare tutti alla base. Si contava di rientrare entro mezz’ora.
Il piano venne messo in pratica e i “chalk” (così venivano chiamati i soldati che avrebbero dovuto difendere il perimetro) si calarono con le corde dai Black Hawk. Un pilota del Black Hawk con nominativo di chiamata Super 6-4 però, si posizionò su un isolato distante dal punto di discesa, per cui, una volta a terra, la squadra avrebbe dovuto raggiungere il punto a piedi. Questo fu impedito da un soldato che perse il controllo della fune e cadde a terra rimanendo gravemente ferito ed impossibilitato a muoversi. Intanto gli uomini della Delta Force facevano irruzione nell’edificio e catturavano i capi presenti che vennero poi caricati sui grossi veicoli Humvee.
Mentre il convoglio si preparava a tornare alla base sotto il fuoco nemico, un altro Black Hawk Super 6-1 precipitò a causa di un razzo RPG-7 lanciato sul rotore di coda, danneggiato il quale l’elicottero iniziò a ruotare in modo incontrollato. Tutti gli uomini e l’intero convoglio vennero mandati in soccorso al Black Hawk abbattuto, e nella strada recuperarono anche i feriti durante gli scontri.
Durante la fase di recupero dell’equipaggio del primo elicottero, un secondo Black Hawk fu abbattuto, costringendo il comando a pianificare un’operazione in grande stile, che coinvolgeva anche truppe pakistane e malesi.
Infine, un terzo Black Hawk, con a bordo una squadra di recupero, fu colpito e costretto ad un atterraggio d’emergenza. Scesa la notte, le diverse squadre a terra si trincerarono in vari edifici della città, in attesa dei soccorsi, mentre gli elicotteri MH-6 Little Bird, gli unici equipaggiati per le operazioni di attacco notturno, pattugliavano il cielo, scoraggiando attacchi in massa da parte dei miliziani.
Quando, al mattino, la colonna di soccorso si mosse, sui mezzi non vi era posto per tutti e, anche a causa delle incomprensioni dovute alla lingua, oltre che allo stress dei guidatori, i mezzi si avviarono ad una velocità tale da non consentire alle truppe a piedi di tenere il passo, rendendoli ancora bersaglio dei miliziani somali fino al loro rientro allo stadio, base delle operazioni pakistane e posto di pronto soccorso.